PICCOLO MONDO ANTICO
Antonio Fogazzaro
Recensione di Margherita Gargano
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«Io sono amico», rispose Franco, «della filosofia facile e sicura che m'insegnano anche le rose.»
Pubblicato nel 1895, ma iniziato nel 1892 e pubblicato in anteprima sulle pagine del "Corriere di Napoli", il romanzo decretò il successo popolare dell'autore, Antonio Fogazzaro, senza stringere legami troppo forti con il romanzo di appendice, il cosiddetto feuilletton rosa e a puntate che era tanto in voga sui giornali dell'epoca.
La storia e i temi
Il racconto dell'amore contrastato tra un nobile patriota acceso da idealità romantiche e risorgimentali e da una fervente fede, diseredato da una nonna conservatrice e filo-austriaca, e una giovane borghese priva invece di queste idealità, piena di buon senso pratico e spirito critico razionale, di una modernità sorprendente, va ben oltre i classici cliché del romanzo rosa, ma diventa occasione di approfondita indagine sulle dinamiche psicologiche dei personaggi, affrontando questioni legate all'incomunicabilità, la distanza emotiva, l'autocoscienza, la crisi e la sua improvvisa risoluzione.
Romanzo di forti contrasti e tensioni tra frugalità quotidiana e fughe ideali, alto e umile, spirito romantico e pragmatismo borghese, Piccolo mondo antico rappresenta un microcosmo pullulante di esistenze minute che si muovono in un piccolo e quasi immutabile scenario di provincia, il paese della Valsolda sul lago di Lugano, i cui edifici antichi, portici, stradine, terrazze e moli sono testimoni di vite e consuetudini di centenaria memoria, destinate, tuttavia, ad essere investite dai potenti venti di novità provenienti dal grande universo della storia e dell'umanità.
I tempi e i luoghi
Il paesaggio, vivo e partecipe delle emozioni dei personaggi, con i suoi quieti borghi della provincia di Como affacciati sulla sponda orientale del lago di Lugano, diventa anch'esso personaggio della storia, carico di risonanze e suggestioni, nella cornice di un contesto storico pulsante e vivo, il Risorgimento, che puntella la vita dei personaggi e li obbliga a scegliere chi desiderano essere, come vivere, in quale fede credere.
Ambientato in piena età risorgimentale, tra il 1849 e il 1859, concludendosi alla vigilia della Seconda guerra di indipendenza, in una terra ai confini con la Svizzera, la Valsolda, che all'autore è cara in quanto terra natale della madre e luogo di ricordi personali di numerosi autunni della sua vita, il romanzo si apre con la narrazione del fidanzamento contrastato e del matrimonio segreto tra Franco Maironi e Luisa Rigey, per poi raccontare la storia della famiglia Maironi, le sue gioie, i suoi lutti, i suoi conflitti sia interni che con le famiglie d'origine, dettati da contrasti di natura politica, socio-culturale, spirituale, psicologica.
Dinamiche complesse che ruotano tutte intorno alla dialettica tra antico e moderno, che si collocano al centro come tema principale e diventano motore di una trama articolata e imprevedibile.
Lo stile
Il dualismo come categoria è anche cifra dello stile di Fogazzaro che adotta la semplicità fraseologica del discorrere a fronte di una voluta e ricca complessità del lessico. Le parole, ricche di riferimenti letterari a sentenze latine, versi di Orazio, Petronio, rime del Purgatorio dantesco, amplificano il bagaglio di significati che si associa ad ogni parola, dando ad ogni pagina il potere della rivelazione.
Colto e popolare si intrecciano, dunque, in maniera indissolubile: descrizioni paesaggistiche piene di suggestioni romantiche; percorsi narrativi di azione scorrevole o lente sequenze introspettive con scambi tra protagonisti in un linguaggio semplice ma elegante con focus su dettagli di gesti e aspetto dei personaggi; dialoghi nel dialetto della Valsolda, impossibili da comprendere senza traduzione in nota, che danno voce ai numerosi personaggi minori dai tratti comici che affiancano i protagonisti in una mescolanza che ha un tratto verista.
Chopin, Preludio op. 28 n.4
Pianoforte: Margherita Gargano
Il pianoforte e la musica nel romanzo
La musica, nello specifico la musica classica e romantica per pianoforte, è uno dei luoghi simbolici del romanzo ed è cassa di risonanza della personalità del protagonista, Franco Maironi, e delle sue relazioni con il mondo.
Improvvisatore di talento, pianista virtuoso mancato per difetto di volontà, genio romantico che vive esperienze di trasporto immaginativo e furore creativo ogni volta che si esprime al pianoforte, organista d'occasione, compositore che fugge da occasioni di concerto da salotto e da performance virtuosistiche adatte a pianisti come Kalkbrenner, Franco cerca nel pianoforte un intimo dialogo con le sue energie creative interiori, le sue emozioni profonde, e come un rabdomante vaga intorno al mistero dell'arte come linguaggio per interpretare la vita.
La sua è una versione privata e dilettantesca dell'artista romantico intorno a cui si disegna un'aura sacrale di sacerdote della musica, quale linguaggio dell'infinito. Ogni cosa è letta dal protagonista attraverso questa lente e persino il paesaggio della Valsolda viene definito "La sonata del chiaro di luna e della nuvole", con chiaro riferimento all'opera per pianoforte di Beethoven.
Si tratta di esperienze interiori che Franco vive in ritiro dal mondo nel disinteresse della nonna e nella totale incomprensione della donna che ama, Luisa, la quale, pur apprezzandone il talento, non comprende la sua musica, né la sua passione per il pianoforte, la poesia, i fiori che coltiva con dedizione, i quadri, passioni superiori alla passione per la vita.
Questa dimensione contemplativa e astratta, così fortemente criticata da Luisa che fieramente combatte per una giustizia terrena e non per i viaggi dell'anima e le conquiste dello spirito, viene delineata nel romanzo come propedeutica all'evoluzione del personaggio Franco.
Nell'orizzonte cattolico e moderno dell'autore, gli eventi si sviluppano fino all'esito del racconto secondo una logica interna ineccepibile ma imprevedibile agli occhi del lettore. I personaggi sono conquistati e vinti da ciò che negano, mutando vita e abito mentale.
Colpito da un terribile lutto, Franco saprà superare il proprio dolore e sceglierà di abbracciare la vita pratica, il lavoro e la lotta armata per il proprio ideale politico, la costituzione del Regno d'Italia, a partire proprio da questa ricchezza interiore coltivata e da una fede incrollabile; Luisa, invece, divenuta vittima del suo stesso razionalismo ateo finirà per approdare alle irrazionali pratiche dello spiritismo per riportare in vita un dialogo impossibile con la figlia perduta. Il buon senso dello zio Piero, fedele rappresentante di un mondo antico che tramonta e saluta il nuovo, riunisce i due coniugi e li riconduce ad un orizzonte comune in vista di nuovi eventi, nuove gioie, nuovi dolori.
Altri romanzi e trasposizioni
La vicende prosegue in altri 3 romanzi dell'autore:
Piccolo mondo moderno, Il santo, Leila
Film omonimo - Mario Soldati (1941)
Sceneggiati tv- Silverio Blasi (1957)
-remake 1983 - remake 2001
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