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sabato 7 dicembre 2024
Rusalka: fumetto cringe o opera fiabesca?
mercoledì 25 settembre 2024
ALDA MERINI
Quelle come me
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l’anima,
perché un’anima da sola è come una goccia d’acqua nel deserto.
Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano,
tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre.
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero.
Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio,
non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…
Alda Merini
Lucciole
Margherita Gargano
#pensierieparole
#pierpaolopasolini
#pasolini
mercoledì 11 settembre 2024
Dove vai
il ricordo come sai non consola
Quando lei se ne andò per esempio
Trasformai la mia casa in tempio
E da allora solo oggi non farnetico più
a guarirmi chi fu
ho paura a dirti che sei tu
Ora noi siamo già più vicini
Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
Le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto
Dove vai quando poi resti sola
senza ali tu lo sai non si vola
Io quel dì mi trovai per esempio
quasi sperso in quel letto così ampio
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei
io la morte abbracciai
ho paura a dirti che per te
mi svegliai
Oramai fra di noi solo un passo
Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto
martedì 10 settembre 2024
Leoni
Vincenzo Florio ragazzo, suo zio Ignazio
V. " Come fate a resistere vedendo tutto questo?" (in riferimento alle violenze del padre sulla madre)
I: "Perché io guardo lontano" (nel dolore di aver perduto proprio quella donna che ha sposato suo fratello)
V: "Lontano? E cosa guardate lontano?Lontano non c'è niente! C'è solo il mare!"
sabato 7 settembre 2024
Considero valore
domenica 1 settembre 2024
Cambiare l'acqua ai fiori
giovedì 29 agosto 2024
Hai Vent'anni
Foto mia❤️🌴
"Ci mandiamo
una foto del tramonto
quando non siamo vicini?
È un po' come guardarci, rubarci
gli occhi e invertirci i cammini.
L'esodo del sole che saluta i monti
le acque cullano gli stormi:
io ti penso e sono nel vento
destati! -
-non rigettare il brivido, accoglilo
lungo la schiena guidalo
subito dopo sarà calore -
l'arancio nel cielo - è l'identico.
Se guardi nel giorno
il suo addio
lì ci sono io."
da "Hai Vent'anni" di Gennaro Madera
martedì 20 agosto 2024
Marion
mercoledì 14 agosto 2024
Dimezzati e vivi
~~~Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.~~~
Il dolore ci spezza in due, ci priva di metà del nostro essere, ci toglie l'innocenza e ci getta nella crudeltà che a volte può caratterizzare la vita. Ma il dolore ci arricchisce, ci rende sensibili, umani, veri, capaci di guardare chi soffre come noi come un fratello e curarne le ferite come curiamo le nostre. Ci riconduce ai valori fondamentali, a quegli affetti che sono alle radici del nostro esistere, ci offre, a caro prezzo, la consapevolezza di ciò che conta davvero. Cose che possiamo conoscere solo da spezzati, dopo essere stati tagliati a metà dal dolore e che ignoravano da interi, quando ci aggiravamo per il mondo credendolo un giardino dove vivere felici e spensierati.
Italo Calvino, nel romanzo "Il visconte dimezzato" (1952) scriveva così:
~~Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse, stupide come l’aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso, e te l’auguro, ragazzo, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine, perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani.
(…) O Pamela, questo è il bene dell’essere dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza.
Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere.
Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo.
Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro.~~
giovedì 8 agosto 2024
Farò della mia anima uno scrigno
Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.
Kahil Gibran, dalla raccolta " Ali spezzate"
mercoledì 31 luglio 2024
COLAZIONE DA TIFFANY
- è come da Tiffany.
-Tiffany? Intende la gioielleria?
- Sì. Io vado pazza per Tiffany. Specie in quei giorni in cui mi prendono le paturnie.
- Vuol dire quando è triste?
- No,uno è triste perché si accorge che sta ingrassando o perché piove. Ma è diverso. No, le paturnie sono orribili: è come un’improvvisa paura di non si sa che. È mai capitato a lei?
Mi sono accorta che per sentirmi meglio mi basta prendere un taxi e farmi portare da Tiffany. E’ una cosa che mi calma subito, quel silenzio, quell’aria superba: non può capitare niente di brutto là dentro.
Se potessi trovare un posto nella vita reale che mi faccia sentire come da Tiffany allora...
Poi comprerei dei mobili e darei un nome al gatto”
E questo film è il mio film. Non c'è molto da aggiungere. Audrey ed io abbiamo un solo sentire
Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's) è un film del 1961 diretto da Blake Edwards, con Audrey Hepburn e George Peppard, tratto dall'omonimo romanzo del 1958 di Truman Capote.
Il film ha un lieto fine consolante, diversamente da quanto accade nel romanzo, piccolissimo e molto portabile e leggero in borsa, libro che a breve leggerò.
La locandina del film è uno dei miei poster personali preferiti
giovedì 18 luglio 2024
Rondini al guinzaglio
#ultimo #colpadelle favole
Photo by Margherita Gargano
Portami vicino le cose lontane
Portami dovunque basta che ci sia posto
Per una birra e qualche vecchio rimpianto
E portami a sentire il rumore del vento
Che tanto torneresti in qualsiasi momento
Portami dovunque basta che ci sia posto
Per un sorriso e qualche vecchio rimpianto
Dove esisti e non ci sei
Portami con te
Dove tutto si trasforma
Dove il mondo non mi tocca
E portami con te
Portami con te
Dov'è leggero il mio bagaglio
Dove mi ami anche se sbaglio
Dove vola e si ribella
Ogni rondine al guinzaglio
E lascia che lo faccia il tuo modo di fare
Portami di corsa in un ponte lì in alto
Che unisce il tuo dolore al tuo solito incanto
E portami ti prego dove preferisci
Dove se metti piede in un attimo esisti
Perché non c'è risposta alle cose passate
Tu portami ad amare le cose mai amate
Dove esisti e non ci sei
Portami con te
Dove tutto si trasforma
Dove il mondo non mi tocca
E portami con te
Tu portami con te
Dov'è leggero il mio bagaglio
Dove mi ami anche se sbaglio
Dove vola e si ribella
Ogni rondine al guinzaglio
Dove basta un minuto intenso per vivere sempre
Dove piove ma tu esci per bagnare la mente
Perché se la vita è nostra non ci ostacola niente
Dove al posto dei piedi hai due pagine vuote
E ogni passo che compi loro scritturano note
Dove il sole è un'ipotesi e tu puoi solo pensarlo
Ma ti basta perché ti riempi di idee per nutrirlo
Quando sarà primavera
Portami con te
Dove tutto si trasforma
Dove il mondo non mi tocca
E portami con te
Tu portami con te
Dov'è leggero il mio bagaglio
Dove mi ami anche se sbaglio
Dove vola e si ribella
Ogni rondine al guinzaglio
domenica 7 luglio 2024
Il Nome della Rosa e il potere della letteratura
"Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus"
Umberto Eco conclude così il suo romanzo storico/giallo che racconta di indagini e misteri intorno a morti sospette in un monastero benedettino del Nord Italia del XIV sec. Un monaco detective, Guglielmo di Baskerville e il suo adepto Adso da Melk, assistono, inizialmente impotenti, ad una serie di omicidi senza firma che si consumano nella ordinaria vita, così riccamente descritta ,del monastero in cui si trovano a causa di un delicato convegno; eventi ed omicidi si intrecciano in un inspiegabile dilemma; i due protagonisti, così, incaricati dall'abate che ha perso il fratello e si preoccupa di arrivare al colpevole per confutare le voci sulla venuta dell'Antictisto nel monastero, si misurano con scomode verità e sfidano le autorità per arrivare ad una verità che è una rivelazione filosofica e una riflessione sul potere e sul potere della parola.
La paura di perdere la giurisdizione sull'abbazia è la motivazione che spinge il mandante dell'inchiesta, l'abate, alla ricerca della verità . Un conflitto di potere tra imperatore Ludovico, sostenitore degli ordini mendicanti come francescani e benedettini che vivevano solo di elemosina, e il papa Giovanni XXII di Avignone che si dichiarava fiero oppositore delle tesi pauperistiche, perché riteneva più che opportuni i sostegni economici alla Chiesa, è all'origine del convegno che conduce Guglielmo, ex inquisitore pentito e domenicano, al convento, insieme al suo discepolo Adso che da figura minore, viene eletto dall'autore come narratore interno al romanzo. Conflitti di potere tra impero e papato, tra regno terreno e regno dei cieli, tra abbazie sul territorio, tra elementi che sono anelli della gerarchia ecclesiastica, tra virtù e vizio, tra verità e compromesso politico, tra coscienza e inganno, e tra vita e morte, fanno di questo microcosmo una polveriera pronta ad esplodere in mille colpi di scena che rendono viva la materia erudita e storico-filosofica che arricchisce le pagine del romanzo e che viene così offerta e resa interessante anche ai non addetti ai lavori.
Il finale, che riprende un pensiero di Bernardo di Cluny del X sec. riesce a dare nuova luce a questo verso. Se del mondo del passato ci restano solo nomi e non realtà oggettiva, fisica e spirituale, pur tuttavia questi nomi, ovvero queste parole hanno un potere tale da influire sulla nostra vita, hanno il potere di salvare o uccidere, come nel caso del manoscritto di Aristotele nel romanzo, hanno il potere di manipolare le coscienze o illuminarle a nuova verità .
Intrighi, veleni, vizi dei monaci, scandali sommersi, pratiche sataniche, accanto ad esempio di santità e devozione e spirito di servizio ci aprono finestre su un mondo umano prima che religioso declinato in tutte le sue varietà , dai gironi infernali alle cornici del Purgatorio, per citare un illustre precedente.
La biblioteca, cassaforte di segreti strategici e teatro di omicidi, è il centro del potere spirituale, politico, religioso, e non ha caso ha la forma di un labirinto simile, forse, al labirinto di Castel del Monte in Puglia. Il labirinto è il luogo fisico per le vie contorte che impediscono il ricongiungimento alla verità ed è il luogo del potere della parola e del potere tout court.
Nel finale, dunque, Umberto Eco, semiologo, scrittore, docente universitario che della ricerca sul potere della parola ha fatto il centro della propria speculazione, con un colpo di teatro finale sancisce, con una sorta di considerazione finale, il potere della parola e della letteratura, strumento di potere o di rivoluzione delle coscienze e, in forma di corollario, esalta il potere del riso come sberleffo irriverente a chi domina e quindi come forma di resistenza alla sudditanza alle verità preconfezionate.
L'ironia, saggiamente esaltata da Aristotele. I filosofi greci, si sa, avevano compreso tutto dei misteri della vita e dell'uomo. I filosofi venuti dopo si sono potuti misurare con la realtà da afferrare e comprendere solo come "nani sulle spalle dei giganti" (citando il filosofo francese medievale Bernando di Chartres che si riferiva alla civiltà classica in senso ampio) capaci di guardare al futuro solo perché seduti sulle montafne di cultura e riflessioni degli autori che hanno disegnato e dato sostanza alla culla della civiltà occidentale.
Viene in mente un famoso monologo di Luciano De Crescenzo che tanto amo' la filosofia greca, presente nel film "Così parlò Bellavista" tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore, regista, attore partenopeo che recita grossomodo così:
" Tenetevi lontani dalle persone con una fede incrollabile, quelli che mettono un punto esclamativo alla fine di ogni frase, quelli che si professano depositari di un'unica verità . Questi sono da evitare. La fede è violenza, la fede in qualunque cosa. Quando invece incontrate una persona con i dubbi, che mette sempre punti interrogativi, allora frequentatela. Quella è una brava persona, una persona perbene, che rispetta tutti e non ha certezze incrollabili."
Ipse dixit...
Se amate il Medioevo e volete una full immersion super interessante non perdetevi "I PILASTRI DELLA TERRA" di Ken Follet, un romanzo che costruisce un microcosmo di eventi personaggi e storie che catturera' le vostre energie e attenzioni fino all'ultima pagina.
sabato 29 giugno 2024
Inside out 2
domenica 12 maggio 2024
HANNIGAN, ZORN, CHAMAYOU
Incontro con il pianista Hamelin
Ci sono concerti unici nel loro happening e che lasciano il segno nelle pagine dei ricordi della vita musicale cittadina e universale. I...

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Impressioni a caldo. Un film che mescola significati profondi e momenti comici da cartoon, una grafica perfetta, e in questo la Pixar è ma...